21 gennaio 2007

Il provino a Vicenza.

Che giornata sabato.

Mezzo assonnato e infreddolito mi risveglio in un bagno dove due attrici si stanno truccando. Loro dopo essersi ubriacate la sera prima avranno dormito sì e no tre ore, è per questo che sono su di giri e iperattive. Una di loro si è tagliata i capelli alla Rosemary's Baby proprio il pomeriggio precedente. Il regista si sarebbe tagliato i coglioni: hanno un provino oggi a Vicenza. Io vado con loro.

La stazione ha cambiato gli accessi, e quando compro un biglietto kilometrico immagino un lunghissimo biglietto che arriva fino a Vicenza, basta tirarlo e la città arriva fino a noi.

Prendiamo un taxi per raggiungere il vecchio e brutto teatro astrale nel quale si terrà il provino per giovani compagnie che propongono il loro proprio spettacolo. Il teatro è dietro la stazione ma il taxista, con un berretto marroncino degli occhiali dalle lenti gialle e una gran loquacità, se la prende comoda. Quando diciamo di essere una compagnia (io non ne faccio parte ma per l'occasione divento il fonico muto), snocciola nomi di attori e teatri, raccoglie un libro dal cruscotto e ci dona un segnalibro che parla di teatro musicale. Se non fossi paranoico lo crederei un serial killer.

Una compagnia ha già terminato e si sta spogliando dei suoi costumi. Sul palco ci sono una pazza polacca e una pazza con spugna. Lei blatera del misticismo sprigionato dai mulini: il meccanismo a forma vaginale che raccoglie i semi; la macina, prima fase alchemica. L'altra blatera e basta.

A loro si sostituisce la donna che sta morendo. Lei scialacqua nozioni di miti arabi e campi di grano. Ma non la seguo fino in fondo: muore sotto il tavolo.

Poi sul palco salgono Rosemary e Bibe, l'altra attrice, nota figlia del grande imprenditore che ha aperto la catena dei Bibe Market. Il regista è una specie di Silent Bob, con buco di sigaretta sul cappotto. Loro mi divertono. Non sono molto preparati per l'occasione, lo si vede, ma da loro sprigiona una gran creatività divertita e solare, c'è voglia di vivere il teatro, non di farlo.

Ce ne andiamo a fare un pranzo al Caffè degli Artisti, pranzo vegetariano perché non abbiamo scelta. Al giardino lì vicino facciamo foto come se fossimo a Gardaland. Giriamo il centro circondati da Palladio, non mi aspettavo una città così spaziosa e bella. La credevo un tugurio seppellita da una caserma americana. E invece è proprio bella. Incontriamo pure la donna tip tap. Noi strascicavamo i piedi, e quella che a prima vista sembrava una casalinga si gira e dice "Non è meglio questa musica?" E tiptappa davanti a noi.

Alla caffetteria scopro come saranno le pareti della mia casa. Gigantografie su vetro retroilluminate. Me le sogno. E mentre sogno passiamo davanti i campi Elysées. E sogno il misticismo dei mulini; e quello della moka, crogiolo di fuoco acqua terra e aria; e del fotografo, moderno alchismista tra i suoi acidi e granuli d'argento; e quello della friggitrice, pietra filosofale che indora le patatine.

Mi risveglio nel Mac Donald davanti alla stazione di Padova. Dove facciamo una merenda fritta e calorica. E c'è gente che acquista 3 Happy Meal per assicurarsi pancia piena e giocattoli. Ci congediamo e corro in una sala piena di groove e un batterista. Termino la mia serata con una Diavola presa da un'asporto tenuto da minorenni.

Aggiornamento 31-01-07:
Rosemary
Rosemary

Bibi from Bibe Market
Bibe

Silent bob.
Silent Bob.

zage

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