Si imbarca la valigia grande allo sportello con la ragazza bionda simpatica. Poi si va al metal detector e si ascolta una signora gentile che sorridendo ti chiede di lasciare sul nastro trasportatore il bagaglio a mano e tutto ciò che è di ferro. La mia cintura è abbastanza piccola e senza togliermela passo indenne attraverso i sensori.
Al di là c'è un mondo di passaggio fatto di persone che attendono. Se ti guardi indietro vedi degli schermi bianchi che mostrano averi di sconosciuti passati ai raggi X. Dopo un quarto d'ora di affronto alla privacy (e di delusione per non aver visto nessuno strano aggeggio tichettante, e men che meno vibrante) ti vai a sedere dietro a una ragazza straniera carina davanti a delle enormi vetrate che mostrano macchine incredibili che si alzano da terra. Tu le stai fotografando... ufficialmente, ma in realtà cerchi di inquadrare anche lei.
Dopo un po' vedi una coda al tuo gate e capisci che dovresti esserci anche tu. Vai lì, ti controllano la carta d'imbarco, ti dicono buon viaggo, e ti addentri con un sorriso deficiente per il corridoio sopraelevato. Non ti rendi conto, non ci stai pensando. Fra un po' sarai kilometri da qui. In verticale però. Ma non ci pensi.
Quando entri in un piccolo aereo Airfrance (nonostante il tuo biglietto sia Alitalia) allo steward buono e magro e a quello basso e stronzo dici Buongiorno. Entrambi ti rispondono Bonjour.
Dopodiché l'hostess uscita da un telefilm ti dice qual è il tuo posto e solo in quell'istante capisci cosa intendeva la ragazza bionda al check in quando ti aveva chiesto se ti andava bene stare vicino alla porta di sicurezza. Il tuo sedile è attaccato all'oblò. E fuori dall'oblò vedi l'ala e il motore. E ci sono duecento scritte d'emergenza che ti dicono che tirando questa leva qui puoi staccare un pezzo di aereo affinché le persone urlanti e in preda al panico possano uscire in caso di bisogno. Con te che ti senti l'eroe, immagino poco prima di svenire.
Appena appoggi il culo, comincia a piovere e il comandante blatera in un francese incomprensibile una sfilza di cose. Poi in un inglese con un accento francese incomprensibile blatera molte meno cose di cui capisco solo "ligthening" e "hit".
Poi vedi il mondo muoversi. E un'icona luminosa ti ispira a stringerti le cinture più forte. L'aereo si posiziona davanti a una pista molto lunga, i motori rombano, l'aereo accelera e in un istante tutto è più leggero e l'asfalto si allontana. Le orecchie ti si tapperanno un centinaio di volte, ed ecco perché tu sbadigli così tanto. Tre quattro salite brusche ti daranno un senso di vuoto che puoi superare solo facendo dei profondi respiri e sapendo che sono del tutto normali.
Quando sei sopra le nuvole, allora guardi giù. Non perché ne hai il coraggio, ma perché se ti perdi lo spettacolo sei uno stupido. Poi distogli lo sguardo non appena l'aereo vira perché fa strano vedere un piano infinito di nuvole grigette non perfettamente perpendicolare al tuo culo.
Insomma volare è un'indescrivibile emozione di terrore e stupore immenso che non sono ancora riuscito a classificare ed è bello così. Il tutto termina col momento dell'atterraggio quando cominci a vedere la parte della cabina davanti a te abbassarsi, senti la fusoliera emettere delle note musicali (quelle che si sentono tipicamente nei film quando gli aerei cadono), scendi sotto le nuvole e infine rivedi l'asfalto tornare velocemente al suo posto, i flap affianco a te alzati del tutto a decelerare la corsa.
Parigi è nuvolosa, 27 gradi. Au revoir dici questa volta agli steward.
zage e il suo primo volo.
ragazzi miei!
RispondiEliminaè proprio vero che l'ansia è contaggiosa...
il mese prossimo dovrei prendere 9 aerei in 3 settimane, mi sa che lascio perdere.
grazie zage!
Deeei! Ho raccontato ogni minimo particolare proprio per dire che dopotutto non fa così paura! Dai Pavone che 9 aerei in 3 settimane sono 3 alla settimana... cioè uno ogni due giorni... cioè insomma... c'è di peggio... tipo... chessò... uno al giorno. Sei lontano da quella media amico!
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