4 ottobre 2010

Ecco il motivo.

Me lo chiedono in tanti: Cigno, ma come cazzo fai a fracassarti le palle 3 ore a guardare una gara di Ciclismo?

Oggi ve lo spiego. Con calma.

E' il 1995, si corre il Tour de France.
Nella tappa Saint Girons-Cauterets il giovane ciclista italiano Casartelli cade rovinosamente battendo la testa. Muore durante il trasporto in elicottero verso l'ospedale. Io Casartelli non lo conoscevo. Non seguivo nemmeno il ciclismo.
Il giorno dopo la tappa è un lungo funerale di oltre 200 km. Gruppo compatto. Nessuno si muove. All'arrivo la Motorola, la squadra di Casartelli, taglia compatta il traguardo in ricordo di Fabio.
E' solo due giorni dopo che realizzo che il Ciclismo è uno sport fatto di uomini, di piccole e grandi imprese, di gesti e di fantasie popolari.



E' il giorno in cui mi sono innamorato del ciclismo. In cui ho cominciato a guardarlo con un occhio diverso. Certo, forse quel giorno lo hanno lasciato vincere ma questo non cambia la bellezza del gesto.

Oliver Zaugg invece è il gregario scelto di Vincenzo Nibali. Alla Vuelta lo scorta fino a pochi Km dall'arrivo. Poi Mosquera piazza uno scatto e Zaugg, ormai esausto, lascia tutto nelle mani del suo capitano.
Ma Oliver è un ragazzo semplice, di cuore e non potendo stare dietro ai due fenomeni e non riuscendo a correre con il pensiero del suo compagno di squadra in lotta per una Vuelta storica si ferma davanti ad un grande schermo a vedere l'arrivo. Si ferma e tifa per il suo capitano. Quando Vincenzo Nibali taglia il traguardo vincendo di fatto il giro di Spagna, Zaugg risale in sella alla bici e finisce la tappa.

Cadel Evans è il Ridge Forrester della bicicletta.



Campione del mondo 2009 partecipa a tutti i grandi giri. E' ovunque.
Lo riconosci perché pedala sempre con la stessa faccia. Leggermente piegata di lato.
Non ha una squadra. Corre praticamente da solo.
Il suo volto è una bestemmia non detta. Quando Ivan Basso sul Monte Zoncolan stacca tutti lui è l'ultimo a mollare. Non puoi non amare uno che lotta in quel modo. Non puoi fare finta di niente mentre le gambe gli diventano di marmo, mentre si contorce in una pedalata che non sembra neanche umana da quanto è scomposta. C'è solo cuore in sella a quella bicicletta.
Corre mezzo Tour de France con un gomito fratturato. Giusto per non farsi mancare niente.

Mi sarebbe piaciuto anche raccontarvi di quella volta in cui Chiappucci nel 1992 restò in fuga solitaria per 7 ore e 45 minuti staccando Bugno ed Indurain e andando a vincere a Sestriére una delle più belle tappe del Tour de France di sempre, ma io ero poco più di un pischello e ancora non avevo compreso la bellezza di questo sport.

Cigno