31 agosto 2007

Dalle ceneri.

Anche quest'anno mi sento in dovere di publicizzare il Fosbury Festival.

Un anno fa ci diede il dispiacere di mostrarci l'ultimo concerto dei Northpole. Quest'anno invece è dedicato alle rinascite.

Mi riferisco al concerto del 7 settembre con i PUBLIC "prima apparizione assoluta del quartetto composto da Paolo Beraldo, ex Northpole, Guido Berton, ex Disfunzione, Paolo Carraro, ex Valentina Dorme, Diego dal Bon, ex By Popular Demand." Il Paolo in questione era il grande cantante dei Northpole.

Durante la stessa serata mi sembra inutile spingervi a vedere Arte Molto Buffa, il miglior cantautore d'Italia (non lo conoscete? venite e non vi pentite. Anzi ascoltatevi Stanotte Stamattina dal suo myspace.

Un'altra "rinascita" c'è sabato 8 con i N.A.N.O. il nuovo progetto di Emanuele Lapiana, che ci emozionava tanto coi c|o|d, anche lui in anteprima con l'album “mondo|madre”.

Tutto questo a Galliera Veneta (Treviso).

zage

23 agosto 2007

Fammi un soffocone!

Uno si sveglia la mattina alle 7.
Fuori è brutto tempo.
Le ferie sono finite.
Arrivi in ufficio e sei praticamente da solo.
Cosa potrebbe cambiare il ritmo e l'umore della giornata?
Solo questo meraviglioso remix di "parlami d'amore" dei Negramaro...


Grandissimi.

Cigno

P.s. grazie Magre

18 agosto 2007

L'aereo funziona così 2a parte - ovvero come perderlo.

Vi rassicuro subito dicendovi che sono a casa mia in questo momento e rinfresco la gola con una Nastro Azzurro.

Bevo birra perché non c'è Chinotto a casa mia e ne avrei bevuto un litro. Questo perché Parigi non conosce il Chinotto, c'est possible??

Ho girato brasserie e bistrot ma di quella bevanda meravigliosa al sapore di vaniglia niente da fare. Poi ho chiesto a una parigina e lei ha risposto che non sa cos'è. Be' ho scoperto che è una cosa italiana (vedi San Pellegrino) anche se poi la Coca Cola l'ha esportata come Fanta-Chinò, che non è male pure quella.

Comunque voi siete qui per scoprire la ricetta di come si perde un aereo.

Dunque prima di tutto ci si sveglia tardi. Con tutta tranquillità ci si fa i cazzi propri prima di andare al Marché Aux Puces di Montreuil. Lì si ravana tra i vestiti, e si rimane a trattare sul prezzo di una macchina fotografica del mille neuf cent cinquant sis. Dopo di chè si torna al proprio quartier e al centre commerciel si gira un po' di negozi in cerca di chemises o cravattes o timbre postale per gli amici (invano). Alla fine si torna in appartamento a fare le valigie e si va a prendere la RER per Chatelet, per poi lì prendere la coincidenza con la linea B per Charles de Gaulle.

A questo punto succede che scoprite che il sabato passano meno treni. Poi scoprite che la RER corre solo se non siete di fretta. Con un'ora di ritardo arrivate alla barriera e scoprite che il vostro coupon hebdomadaire vale solo per le zone 1-4 e che l'aeroporto è nella zona 5 e quindi le porte non si aprono.

Il passo successivo è la guardia con il canelupo
, il quale ti spiega che o torni alla stazione precedente e rifai il biglietto oppure paghi una multa di soixante örò.

Tu gli spieghi (nel tuo pessimo francese, che però è la sua amata lingua) che con la prima ipotesi perderai l'aereo, il quale parte fra un'ora, à neuf heur.

Lui ti dice che un modo ci sarebbe: il tuo amico si fa venire una crisi di nervi e tu puoi passare. La sua faccia nordafricana diventa più cattiva, il cane è più agitato. Ti viene in mente che la gendarmerie è meglio evitarla.

Decido che questa offerta mi piace. Dico ciao a Pierpaolo e torno a casa. Ed eccomi qui a scrivere.

zage


No scherzo. La guardia dopo quella offerta molto simpatica (sebbene io debba ancora entrare in sintonia con l'ironia francese) si fa buona e ci fa passare con la sua tessera, senza farci pagare nessuna multa. Abbiamo sudato ma infine siamo saliti di nuovo su un altro Airfrance.

Il viaggio è andato che abbiamo giocato con una bimba italo-franco-giappa. Ci è stata offerta una cena di salmone quasi crudo alto due dita, una fetta di camembert, un'insalata con maionese e carote, una mini baguette, una torta di cacao e cioccolato e un torroncino. Infine abbiamo visto sotto di noi i fuochi d'artificio a Milano e poi abbiamo giocato alla roulette al ritiro bagagli del Marco Polo, ho vinto io, 24 nero.

Insomma, riassunto: volete fare soldi? Esportate il chinotto a Parigi.

zage

14 agosto 2007

C'è chi è un sex symbol - ma chi è costui?


Mi rendo conto che questo post lo capiranno solo gli amici più vicini ma tant'é. Stavamo aggirandoci in un centro commerciale della banlieue di Parigi quando c'è apparso un viso conosciuto... ma non riusciamo bene a capire chi ci ricorda... voi che dite? mmm...

Zage e Pier

12 agosto 2007

L'aereo funziona così.

Si imbarca la valigia grande allo sportello con la ragazza bionda simpatica. Poi si va al metal detector e si ascolta una signora gentile che sorridendo ti chiede di lasciare sul nastro trasportatore il bagaglio a mano e tutto ciò che è di ferro. La mia cintura è abbastanza piccola e senza togliermela passo indenne attraverso i sensori.

Al di là c'è un mondo di passaggio fatto di persone che attendono. Se ti guardi indietro vedi degli schermi bianchi che mostrano averi di sconosciuti passati ai raggi X. Dopo un quarto d'ora di affronto alla privacy (e di delusione per non aver visto nessuno strano aggeggio tichettante, e men che meno vibrante) ti vai a sedere dietro a una ragazza straniera carina davanti a delle enormi vetrate che mostrano macchine incredibili che si alzano da terra. Tu le stai fotografando... ufficialmente, ma in realtà cerchi di inquadrare anche lei.

Dopo un po' vedi una coda al tuo gate e capisci che dovresti esserci anche tu. Vai lì, ti controllano la carta d'imbarco, ti dicono buon viaggo, e ti addentri con un sorriso deficiente per il corridoio sopraelevato. Non ti rendi conto, non ci stai pensando. Fra un po' sarai kilometri da qui. In verticale però. Ma non ci pensi.

Quando entri in un piccolo aereo Airfrance (nonostante il tuo biglietto sia Alitalia) allo steward buono e magro e a quello basso e stronzo dici Buongiorno. Entrambi ti rispondono Bonjour.

Dopodiché l'hostess uscita da un telefilm ti dice qual è il tuo posto e solo in quell'istante capisci cosa intendeva la ragazza bionda al check in quando ti aveva chiesto se ti andava bene stare vicino alla porta di sicurezza. Il tuo sedile è attaccato all'oblò. E fuori dall'oblò vedi l'ala e il motore. E ci sono duecento scritte d'emergenza che ti dicono che tirando questa leva qui puoi staccare un pezzo di aereo affinché le persone urlanti e in preda al panico possano uscire in caso di bisogno. Con te che ti senti l'eroe, immagino poco prima di svenire.

Appena appoggi il culo, comincia a piovere e il comandante blatera in un francese incomprensibile una sfilza di cose. Poi in un inglese con un accento francese incomprensibile blatera molte meno cose di cui capisco solo "ligthening" e "hit".

Poi vedi il mondo muoversi. E un'icona luminosa ti ispira a stringerti le cinture più forte. L'aereo si posiziona davanti a una pista molto lunga, i motori rombano, l'aereo accelera e in un istante tutto è più leggero e l'asfalto si allontana. Le orecchie ti si tapperanno un centinaio di volte, ed ecco perché tu sbadigli così tanto. Tre quattro salite brusche ti daranno un senso di vuoto che puoi superare solo facendo dei profondi respiri e sapendo che sono del tutto normali.

Quando sei sopra le nuvole, allora guardi giù. Non perché ne hai il coraggio, ma perché se ti perdi lo spettacolo sei uno stupido. Poi distogli lo sguardo non appena l'aereo vira perché fa strano vedere un piano infinito di nuvole grigette non perfettamente perpendicolare al tuo culo.

Insomma volare è un'indescrivibile emozione di terrore e stupore immenso che non sono ancora riuscito a classificare ed è bello così. Il tutto termina col momento dell'atterraggio quando cominci a vedere la parte della cabina davanti a te abbassarsi, senti la fusoliera emettere delle note musicali (quelle che si sentono tipicamente nei film quando gli aerei cadono), scendi sotto le nuvole e infine rivedi l'asfalto tornare velocemente al suo posto, i flap affianco a te alzati del tutto a decelerare la corsa.

Parigi è nuvolosa, 27 gradi. Au revoir dici questa volta agli steward.

zage e il suo primo volo.

5 agosto 2007

Memo: tu as un blog aussi.

Nel mio portachiavi ora c'è una chiave che apre una e una sola tra le migliaia di porte a Parigi. Che emozione quando l'infilerò il 10 Agosto e la serratura scatterà.

Sarò a Parigi dunque, per tutta la settimana di ferragosto. Avrò con me un portatile da cui probabilmente scriverò qualcosa su questo blog.

Avrò anche tre macchine fotografiche (per la cronaca una Holga, una Polaroid e una reflex Pentax), tutte a rullino purtroppo quindi le foto non le potrò postare immediatamente.

Avrò pure una webcam però, qualcosa mi inventerò con quella se avrò il tempo.

E infine avrò una Lonely Planet ma ho sfogliato per bene anche una Routard.

Ecco se avete qualche consiglio di cosa fare/vedere a Parigi (ancora meglio: ci siete stati? la prima immagine che vi viene in mente alla parola "parigi"?) e anche di cosa portare in un viaggio così, considerando che prenderò il mio primo aereo?

E' un periodo strano, l'ansia l'ho accoppata giuro ma non molla mai del tutto, di nuovo c'è però che di fondo percepisco una certa gioia continua, che mi riempie il petto, la sento tutta lì, lontano dalla testa e mi tiene ben sospeso. E' come aver fatto un gran sospirone di sollievo e quel sollievo è rimasto tutto dentro a riempire le cellule.

zage