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16 maggio 2011

Weekend lungo à Paris, la gioia di un titolo in tre lingue - terza parte

Segue dalla prima e dalla seconda parte.

L'aria si è scaldata questa mattina ed è proprio il caso di fare due passi senza rinchiudersi in una metro. Dal vostro hotel prendete il Boulevard Saint Martin e vi dirigete verso la grande Place de la République mentre discutete dell'affascinante sciatteria delle parigine, con le loro ballerine sfondate e gli chignon disordinati.


Prendete un paio di Croissant da gustare passeggiando, la direzione è Belleville, quartiere che vi han detto essere molto particolare per il melting pot, la multicultura, l'esotismo e bla bla. Probabilmente le cose ultimamente sono un po' cambiate. Tutta Rue de Faubourg de Temple assomiglia a uno qualsiasi dei ghetti cinesi di una qualsiasi grande città di oggi, mille negozietti di scarpe di bassa qualità, attorniate da oggettini di qualsiasi tipo, anch'essi di bassa qualità. Ballerine a pochi euro comunque, da farne incetta.

Nonostante le buone premesse in lontananza le nuvole si stanno ammassando e il cielo si sta ingigrigendo, neppure il Canal Saint Martin che si snoda davanti a voi con le sue mille chiuse vi tira su di morale. E' il momento di farsi due giretti di metro e abbandonare Belleville con una certa delusione.


“Ramboteau? Ramboteau.” dice la voce di donna nella carrozza. Siete nei paraggi del Centre Pompidou, il museo d'arte contemporanea, che intravvedete dal vicolo dov'è posizionato il famoso Défenseur du Temps, un complicato orologio meccanico, fuori uso.


Da queste parti ci sono negozietti interessanti ma carissimi, fate tutto il giro dell'isolato, attardandovi nella piazza Stravinski e le sue fontane. Acquistate il solito sandwich e un croque mr., una specie di toast ricoperto di formaggio fuso che vi osserva fin dal vostro arrivo a Parigi, da dietro le vetrine di tutti i baracchini. La piazza del Pompidou è uno dei migliori posti per sedersi e vedere facce, mangiare e perdersi nell'intreccio di tubi colorati in cui è avvinghiato il museo.


Dopo un attento studio di nuvole e vento decidete di non rinchiudervi dentro le sale del Beaubourg ma di riprendere per le meravigliose passeggiate che questa parte di Parigi può offrire. Un negozio di parrucchieri gay tra i meandri medievali del Marais potrebbe darvi il taglio di capelli più alla moda che possiate mai sperare, se non fosse che non avete idea di come si dica taglio di capelli in francese. Così passate avanti e andate ad annusare un po' di sapori al meraviglioso Palais de Thé, dove comprate del tè verde alla menta e bergamotto e qualche regalo per gli amici.

Siete un po' stanchi, cercate una panchina e davanti a voi si materializza il grazioso parchetto Square Ch. V. Langlois che vi accoglie per un breve sonnellino pomeridiano.


Al risveglio riprendete la scoperta del quartiere seguendo i flussi di gente e le vetrine. Assaggiate macarones al citron, al chocolat e al framboise senza però rimanere soddisfatti.


Sbucate nella grande Rue de Rivoli, costeggiate l'affascinante Hotel de Ville e finite nel quartiere latino che vi attrae sempre come calamita, ormai però il cielo si è stufato di reggere e vi fa correre sui marciapiedi in cerca di riparo. Riprovate con i negozi di tè. Il Mariage Frères che trovate da queste parti avrà sì un grande fascino ma è assolutamente poco user-friendly, ed è impossibile fare acquisti. Il chiacchiericcio della sala da tè al piano superiore è parecchio invitante, il costoso menu che dà il benvenuto ai piedi delle scale meno.

Così decidete di guardare il diluvio dalle vetrate di Paul, sorseggiando tè verde menta, un tè ai quattro frutti rossi e una fran normande da evitare, il tutto servito da un cameriere con l'accento delle anatre del sud.

Il pomeriggio finisce al solito: shopping, riposino in stanza e studio della guida per la cena. Anche questa volta seguite la guida e usciti dall'ascensore della stazione di Abesses sbucate nelle strade buie e battute dalla pioggia di Mont Martre. Dopo qualche vicolo eccolo davanti a voi: Chez Toinette, un piccolissimo ristorante che a prima vista sembra un piccolo club per soli fratelli massoni. Alla domanda se avete una reservation vorreste dire “non sapevamo neanche che si dice reservation” ma non siete sicuri neppure di come dire quella frase. Così il simpatico cameriere/padrone vi chiede di tornare fra un'oretta. E quell'oretta è perfetta per visitare uno dei posti più belli della notte parigina.


Il boulevard de Clichy è illuminata a giorno dalle bellissime insegne al neon degli sexy shop, i locali notturni, i ristoranti per turisti e lì in fondo a chiudere questo splendore il Moulin Rouge, che da fuori non ha assolutamente il fascino che uno si aspetta, però il suo nome evoca così tante sensazioni che si rimane a sognare ad occhi aperti davanti al piccolo mulino, i camioncini dei pony parcheggiati all'esteno e la pazza urlante sulla via. Una pazza urlante? Una pazza urlante.


A noi Toinette. Il posto è piccolo. Ma piccolo. Immaginate piccolo? Più piccolo. E pieno come un uovo. Quelle che sembrano tavolate di gruppi di amici in realtà sono tavolini da due, distanziati tre centimetri l'uno dall'altro. I vicini di gomito con forte accento romano vi diranno che esiste il menù anche in lingua italiana. Da qui seguirà un'ottima cena che rimarrà per sempre nei vostri ricordi. Chez Toinette entra immediatamente nella vostra lista dei cinque migliori ristoranti al mondo. Nella lista c'è solo Al Delfino di San Vito lo Capo per il momento, non potete pretendere molto, avete iniziato a viaggiare da poco. Gustate tutti piatti molto buoni e curati: insalata di filetto d'anatra affumicata all'arancia, medaglioni di manzo in salsa madére, filetto di vitello alle mele con salsa di sidro e una Crème brûlée fatta a regola d'arte. Alla fine il cuoco, il vostro eroe, uscirà dalla cucina a chiedervi se tutto è stato di vostro gradimento, vi vedrà con una macchina fotografica in mano e vi inviterà a lasciarvi fare una foto.


Adieu Montmartre, siete stufi e con le pance sazie, vi vedrete domani in una giornata molto più soleggiata.

Seguirà la quarta parte.

zage

5 maggio 2011

Weekend lungo à Paris, la gioia di un titolo in tre lingue - seconda parte

Segue dalla prima parte.


La mattina il Boulevard de Sébastopol vi accoglie più affollato di ieri. Passeggiate verso il centro per prendere confidenza con la città, l'architettura a cui non siete abituati, i tetti curvi, i piccoli comignoli, il traffico confuso di macchine francesi e camioncini graffittati e il sempre presente odore di ferro bagnato che probabilmente sale dai sotterranei della metropolitana. Bello capire poche parole di quello che dice la gente attorno a voi.

Imparate una cosa buffa di Parigi: se apre un negozio di un certo tipo, affianco apriranno almeno una decina di negozi dello stesso tipo. Incrociate ad esempio una fila di cinque o sei negozi di abbigliamento per taglie forti e subito dopo una dozzina di negozi di design d'arredamento. Una cosa molto efficace se ci pensate.

Comunque è ora di croissant e il primo, burrosissimo, lo prendete alla brasserie Le Cerceau guardando la città fuori dalle vetrate. Dopo aver rifornito il vostro zainetto di un paio di sandwìch à enporter, prendete Rue de Turbigo fino a Les Halles: è ora di scendere nella metrò.


Vi procurate un paio di Paris Visite, l'abbonamento che vi permette di girare in lungo e in largo per tre giorni su tutti i mezzi pubblici. Alla prima obliterazione rischiate di venire separati perché una delle due carte non funziona. Una tizia alle informazioni, la prima persona a sperimentare le vostre doti in francese, fa un gioco di carte e sistema tutto. Da oggi ogni volta che timbrate lo fate contemporaneamente, guardandovi negli occhi come due addetti al lancio di testate nucleari che devono girare la chiavetta simultaneamente.

La metro a Parigi si dice metrò, ma se dite Barrière Architectonique credo vi capiscano uguale. Comunque ne ho già parlato, è come un pauroso luna park, un otto volante che vi fa sbucare in pochi minuti dove vi pare, sempre che non rimaniate incastrati in mille trappole strutturali.

La prima tappa sono gli Champs-Elysèes, l'immenso boulevard affollato e costellato dalle grandi marche, passeggiata preferita dal tipico turista americano. C'è anche un gigantesco e spaventoso Sephora, dove a ogni scaffale venite assaliti da commessi simpatici ma armati di nebulizzatori a tradimento. Il cielo è grigetto voglia-di-morire, e lo sarà più o meno per il 90% della vacanza. La Tour Eiffel e il bianchissimo Sacre Coer, visibili da ogni luogo, questa volta saranno sempre inghiottiti dalla foschia. Questo non vi destabilizzerà. Hai trovato lo stesso tempo anche a ferragosto. Per le tue esperienze Parigi è autunno, bianco/nero e feuille mortes in qualsiasi stagione.

All'Arc de Triomphe riprendete la metro-talpa fino alla stazione di Bir-Hakeim dove finalmente intravvedete la rassicurante Senna e lì, dietro l'angolo, vi accoglie in tutta la sua maestosità la Tour e i suoi venditori ambulanti che vi squadrano, sussurrano un español, per poi confermare un italiani. Per gli occhi, a loro detta.


Aggrediti dal vento dei campi di marte vi avventate sui vostri sandwhìch, decidendo il da farsi. Non avete un piano della vacanza ma solo voglia di vivere la città e vedere i soliti due tre posti caratteristici.

Diretti al Quartiere Latino sbucate quasi per sbaglio di fronte a Notre Dame e vi fate un giretto al suo interno. Fra poche sere vi ritroverete davanti alla sua facciata senza nemmeno un turista fra le palle e vi renderete molto più conto di quanto affascinante sia.


Visto che ci siete passeggiate nel lungo senna, fino a raggiungere la punta della Ile, generalmente è un ottimo posto per guardare il tramonto ma nel primo pomeriggio l'unica compagnia che trovate è un'anatra infreddolita. Attraversate la senna e scoprite che il Pont Neuf ha lucchetti di Moccia ovunque.


Il Quartiere Latino. Finalmente. Qui è pieno di gente, profumi e odori dai mille ristoranti di tutte le nazionalità. Ad ogni angolo c'è una libreria. Da uno scorcio intravvedete il Pantheon, ma avete voglia di guardarvi ancora in giro, scoprire che Starbucks va moltissimo, che esistono nail bar dove le ragazze vengono a chiacchierare con “bariste” che gli mettono lo smalto, e poi i macarones. Anzi un solo grande infinito macarones alla vaniglia di Paul.

Si fa sera, scoprite per sbaglio un negozietto che vende oggetti per la casa e di design tra cui molte cose di latta e vi attardate a fare un po' di rilassante shopping.

Hotel, tè, riposino sfogliando la guida e scegliete il ristorante per la sera: Chez Nenesse, lì vicino, nel Marais. Le apparenze sono quelle di un vecchio bar dalle pareti molto alte e annerite, arredamento del dopoguerra, una grossa stufa a legna al centro dello stanzone e la sua canna fumaria che si snoda fino al soffitto. Insomma questo che per molti altri potrebbe sembrare un postaccio a voi vi fa sentire di essere nel cuore della Parigi più vera e vi fa apprezzare moltissimo la buona cucina e il simpatico cameriere disposto a capire il vostro francese ancora arrugginito.

Ordinate un delizioso antipasto di carpaccio d'anatra su insalatina all'aceto di mele e pinoli, una fricassea di pollame con spugnole e patate al forno e dei medaglioni di vitello al miele con verdurine, ottimi piatti su cui fare scarpetta.


Fuori c'è vento, le strade sono sgombre, nei marciapiedi bui ci siete solo voi e due o tre persone che raggiungono i pochi locali aperti di giovedì sera. Passeggiate dritti dritti dentro l'hotel, buonanotte receptionist stronzo, ascensore per fare un piano, corridoio attutito dalla moquette rossa, tessera magnetica, clack, vestiti lanciati a caso, sprofondate nel materasso sfondato e tra cuscini ridicoli vi addormentate sorridendo.

Seguirà la terza parte.


Zage

1 maggio 2011

Weekend lungo à Paris, la gioia di un titolo in tre lingue - prima parte

C'è un giorno in ufficio in cui il lavoro è pressante e sei costretto a fare solo mezz'ora di pausa pranzo. C'è da girare un piccolo spot, ti giostri tra fare l'aiuto regia, la segreteria di edizione e la preparazione dei prop. La sera sei sfiancato. Che fai? Vai a letto? No, vai a Parigi. Con la tua ragazza.

L'aeroporto di Venezia è il solito limbo, visiti il giornalaio con tutta la calma ripassando due volte sugli stessi scaffali. Come l'altro viaggio fai scoperte interessanti. Prima di tutto i bite relief a basso voltaggio, chi l'avrebbe mai detto che una scarica elettrica può lenire le punture di zanzare? Poi scovi il nuovo libro di Eco che a quanto pare parla di quelle cose in cui è sempre bello immergersi: segreti, cospirazioni, misticismo a... Parigi. Ma i tendini delle tue braccia preferiscono i più leggeri paperback, gusterai l'attesa finché non escono.

Montate sul solito aeretto Airfrance e i suoi amabili spocchiosetti steward. Fuori è gia buio, piove, ma l'aereo fila più liscio di una macchina. Nello stomaco entrano un paio di panini congelati offerti dalla compagnia, dove sono i magnifici pasti dell'altra volta?

CDG è sempre lui, immenso ma estremamente efficiente, un minuto d'attesa per le valigie e state già trotterellando per i lunghi corridoi tapisroulati, semideserti. Sono le 22.30, nessun bisogno del taxi. Ci sono i vostri cari trenini suburbani della RER che al costo di 8 euro al biglietto vi portano verso la cité.

Il Best Western in cui siete alloggiati, ai margini del Marais, ha pensato bene di tenervi nascosto che la stazione della metrò lì davanti, Strasbourg Saint-Denis, è chiusa per lavori. Lo scoprite solo mentre siete sotto terra, decifrando i cartelli in lingua straniera. Per fortuna Réaumur Sébastopol è a 50 metri da lì. E' la figata di Parigi: una stazione ad ogni incrocio.


Sbucate nel lunghissimo boulevard che divide il secondo dal terzo arrondissement, è notte, pochissima gente in giro, nessun turista, traffico blando e tante luci. Entrate nella hall accolti dal peggior receptionist che si possa immaginare, lo stronzo non vi bada e fa finta di stare al telefono. Dov'è finita la cara Taha che rispondeva alle mail? Voi avete il sorriso e qualche parola in francese, ma non abbastanza per mandarlo a cagare. Questo vi basta per trovare la strada per la vostra chambre double, definita da tutti su booking.com “piccola ma confortevole”, come se potessero esistere stanze grandi a Parigi.

Free wireless per mandare due tweet, bagno molto spazioso, un'inutile tv satellitare che trasmette Rai Uno, cassetta di sicurezza, letto sfondato, tendine che lasceranno entrare troppa luce, riscaldamento perfetto, bollitore che sarà essenziale per i vostri tè della mattina e le tisane della sera. E' ora di stendere le gambe, dare un'ultima occhiata alla Parigi che vi aspetta li fuori, e darsi la buonanotte.

Segue alla seconda parte.

Zage

24 febbraio 2011

Miami

Miami by zage

Dopo molto tempo ho scritto un pezzo, se avete voglia potete ascoltarlo qui sopra e ve ne sarò grato. Cliccando sulla barra blu potete pure commentarlo e criticarlo riferendovi a un secondo preciso. Vi incoraggio a farlo. Così come siete liberi di scaricarlo e condividerlo, ma a quel punto avrete perso così tanto tempo che sarò commosso.

Tecnicamente il pezzo è una demo registrata in casa (letteralmente, nel mio salotto, con un microfono ammaccato) quindi probabilmente suona bene solo nella mia autoradio. E neanche troppo. Ogni tanto esagero col fader delle chitarre, ma non rompetemi: mi rende felice.

Su http://zage.tumblr.com ogni tanto cerco di parlare del processo creativo che ci sta dietro. Ma non preoccupatevi, le altre cazzate continuerò a scriverle qui.

zage

22 settembre 2010

[Spoiler] Il cacciatore salverà Cappuccetto Rosso.

- Desmond?
- Phennyh? I luv ya Phennyh!


Heroes è una di quelle serie che hanno visto tutti, come Lost. Se tutti sanno cosa c'è nella botola, potrai tu non essere al corrente che per salvare il mondo vada salvata la cheerleader? Visto che hai trovato lo streaming ti metti a macinare puntate, anche se in realtà stavi seguendo i tizi che si risvegliano nella città deserta di Persons Unknown, che poteva essere una buona alternativa ad Harper's Island (Happy Town l'hai già scartato, non ne parla nessuno). Heroes però lo guardi con la fidanzata, cosa fare quando sei solo? Ti metti in pari con True Blood, serie creata da quello di Six Feet Under, ma tu mica l'hai visto SFU, e l'unica cosa che sai è che ha un finalone al pari dei Soprano (serie di cui hai visto SOLO il finalone).

Così deve ancora ripartire tutta la programmazione invernale e sei già incasinato. Da quando non vivi più con tua madre non segui più Desperate Housewives e questo è un peccato. Dexter ucciderà qualcuno martedì prossimo e tu devi essere presente, ma quest'anno non fanno anche Californication la stessa sera? Anche queste le guardi con la fidanzata, nel frattempo dovrai cercare di organizzare il tuo tempo libero tra le nuove stagioni di Fringe, V, Caprica, (Battlestar Galactica è finito un po' così, ma sei sicuro di non voler saper niente del padre di Adama?), The Big Bang Theory (IT Crowd per fortuna dura poco, e per quest'anno ce lo siamo già goduto), e In Treatment per i pomeriggi da coperta e tè ma poi hey ti hanno chiuso Flashforward, ma davvero un'altra emittente ne ha comprato i diritti?

Ieri su twitter ti hanno ricordato che sono appena usciti i pilot di The Event e Boardwalk Empire, non ti puoi mica perdere uno Scorsese e te li stai già procurando. Tra l'altro Matthew Perry ora ha pensato a questo Mr.Sunshine, e visto che sei uno dei pochi fan di Studio 60 on the Sunset Strip (un'altra di quelle grandi serie chiuse in malo modo, come Carnivale) lo aspetterai al varco. A proposito con The west Wing sei alla terza ma quella la terrai per i tempi bui, tutti parlano di 24Oz, Mad Man, Breaking Bad, non vuoi rimanere l'unico a non conoscerli e darai priorità a questi. The Office è strano ma divertente e lo usi solo come tappa buchi, quando ci sono i buchi. Che poi Sherlock ha sfornato 'ste tre puntatone molto belle, chissà quando lo riprendono, magari in concomitanza con la quarta di Damages. Per fortuna che Terra Nova di Spielberg uscirà l'anno prossimo, ma si sa già qualcosa della serie Nolan/J.J.Abrams? Sì lo so che Abrams esce con Undercovers il 23 settemb.. il 23 settembre???

L'altra mattina mia morosa nel buio della stanza mi ha chiesto se preferivo la fugassona di Heroes ad Abby Mills, ho pensato che Caley Cuoco fa più per me.

Buon inizio autunno a tutti.

Zage

31 agosto 2010

Microguida della Sicilia Occidentale. /4

DALLO ZAGE DEL FUTURO PER LO ZAGE DEL PASSATO - PARTE QUARTA E ULTIMA

Segue dalla parte terza.

San Leone
Nonostante la stanchezza dei tanti viaggi in macchina (il totale dei chilometri macinati in tutta la vacanza supererà i mille) vi spingete verso Agrigento. Sulla guida purtroppo non trovate riferimenti alla Scala dei Turchi, posto affascinante di cui vi hanno parlato in molti. Così oltrepassate Porto Empedocle, che vi stupisce per le due immensamente orride ciminiere che si ergono dalla spiaggia. Quando vi stendete sulla sabbia fine bagnata da acqua piuttosto pulita vi guardate alle spalle: San Leone vi offre terribili caseggiati, lamiere ed edifici incompleti ma non vi lamentate troppo, qui non ci sono le ciminiere. All'ora dell'aperitivo (le 20) il lungomare è affollato. La cena invece porta via tutti, ma proprio tutti. Al Ragno D'Oro avete una vasta scelta di gelati, chiedete assolutamente una pallina di Lollo. La Routard ci azzecca con le gelaterie ma manca una postilla comune a tutte: "gelatai, se non avete voglia di fare i gelatai: anche no".


L'aneddoto
Lungomare stretto e trafficato, autobus in servizio, si ferma, ma non ci sono fermate nei paraggi. Scende un ragazzino che si butta in strada, l'autista gli urla di fare attenzione, macchine che suonano, superano, bloccando la corsia contraria, creando sempre più confusione. Il bambino torna urlando qualcosa, l'autista sbuffa col braccio fuori dal finestrino e tutta la calma del mondo, si scambiano qualche battuta urlando, i passeggeri non si lamentano, pensano ai cazzi loro. Il piccolo tonto scompare nella tabaccheria e intanto si forma una coda infinita di auto. Finalmente il piccoletto riesce nella difficilissima impresa di prendere una stecca di sigarette, portarla a papà, e l'autobus può riprendere il suo viaggio. Mmm aah, lo sentite anche voi questo profumo di Sicilia?

San Vito lo Capo
Le vacanze sono agli sgoccioli, vi svegliate presto per raggiungere la punta nord occidentale della Sicilia. Passando per Castellammare c'è parecchio traffico, scoprirete più tardi che questa sera c'è la sagra del Golfo. Questa zona ti ricorda gli Appennini con le loro salite dolci in mezzo a monti metà verdeggianti, metà arsi. San Vito lo Capo è un paesino iper turistico che vive di parcheggi (tutto sommato economici) e stabilimenti balneari (economici, se avete un figlio di cui vendere il rene). Venite raggiunti da una coppia di amici, lei è di Marsala e svela segreti. Ad esempio, come avete già imparato, se dite caffè con latte freddo vi arriva uno shakerato, dovete essere puntigliosi e dire: macchiato con latte freddo a parte. Poi: la birra alla spina è cosa rara, quindi una "bionda piccola" viene servita in bottiglia. E ancora: non è stagione di cannoli perchè la ricotta di ora non viene da capre gravide e non è ugualmente buona e nutriente.


Siccome siete furbi ogni sera avete prenotato il ristorante qualche ora prima e mai come oggi è stato previdente farlo, vista la coda infinita che attende all'entrata di Delfino. Qui si paga poco e si mangia tanto, vi fate portare da camerieri comici un antipasto poker, del couscous di pesce e un delizioso pesce spada gratinato alla piastra che se ci pensate in futuro ne sentirete ancora il gusto. Rotolate quindi in mezzo ai turisti alla ricerca di Cavalluccio e il suo rinomato Caldo Freddo, ma quando la vostra pancia vedrà di cosa si tratta vi brontolerà dietro ricacciandovi a casa, stanchi, con bellissime immagini di acqua cristallina e sabbia bianca finissima. L'autoradio vi accompagna fino al letto: perepè qua qua, qua qua perepè.

L'ultimo sguardo
Oggi dovreste andare ad Erice ma vince la voglia di ozio totale. Per dire: fate colazione mangiando brioche coi piedi nell'acqua di Gurra di Mare, e credo sia mezzogiorno.


La vacanza finisce come tutte le vacanze: valigie, viaggio fino all'aeroporto, riguardate le strade che vi hanno portato qui con più complicità e un pizzico di malinconia. Vi imbarcate su un Ryan Air irlandese che vi porta dolce dolce fino alla notte Bolognese e la sua nebbiolina. Il ricordo che rimane della Sicilia è di una terra arsa, diffidente e indifferente, così selvaggia da nascondere incanti che hanno sedotto un angolino della tua memoria.

Spero abbiate apprezzato questo diario dedicato al me del passato (era solo un espediente per rivolgersi alla seconda persona), con cartoline create ad hoc e didascalie ispirate alla grafica di Fringe. Alle prossime vacanze.

Zage

27 agosto 2010

Microguida della Sicilia Occidentale. /3

Fin qua le vostre reazioni son state di disgusto e non avete ancora letto i capitoli seguenti che mia morosa avrebbe intitolato "Fantozzi". In ogni caso credeteci che ci siamo divertiti e che abbiamo immagini della Sicilia che ci mancano.

DALLO ZAGE DEL FUTURO PER LO ZAGE DEL PASSATO - PARTE TERZA

Segue dalla parte seconda.

Trapani
Se volete andare sulle Isole Egadi vi svegliate presto e vi organizzate. Se non lo faceste, arrivereste tardi a Trapani e sareste ormai così abituati alla guida pazza che non vi stupireste di quello che succede nel traffico di una grande città. Poi vi infilereste nel parcheggio gratuito suggerito dalla Routard, dove ci sarebbe un parcheggiatore abusivo forse spacciatore che ignorereste completamente rimanendo con la paura fino a sera che la vostra auto venga svaligiata. Al molo stareste in coda per mezz'ora, poi a un metro dalla cassa vi direbbero "Biglietti finiti, il prossimo parte fra un'ora e mezza". Con un po' di... fortuna riuscireste a prendere l'aliscafo dell'altra compagnia aspettando forse solo mezz'ora in meno. Il sole sa picchiare.

Cala Rossa.
Non avete una mappa dell'isola di Favignana, ma solo un nome letto in giro per la rete: Cala Rossa. Tutti vi diranno che, se proprio proprio volete, potete noleggiare uno scooter. Io invece ti dico che DEVI noleggiare uno scooter altrimenti non vai da nessuna parte. I noleggiatori sono mille ma metti caso che arrivi tardi metà saranno chiusi e quelli rimasti avranno finito i motorini. Così vi rifilano delle mountain bike un po' malandate e a caro prezzo e in nero (chemminghiavuoi). I tre quarti d'ora di pedalata in quello che vi hanno detto essere l'itinerario più corto di tutta l'isola, in un paesaggio dove girerai il tuo prossimo film sul post-atomico, qua e là stranamente crivellato da grandi scavi a forme geometricamente regolari perfetto per uno scenario Myst, venite premiati dalla bellissima scogliera porosa, taglia-piedi e impegnativa di Cala Rossa.


Due metri quadri o meno di spiaggia di sabbia bianchissima vi permettono di immergervi nell'acqua perfettamente cristallina e abbastanza bassa da stare in mezzo al mare e guardare le isole attorno a voi. L'acqua è così pura che non riuscite neppure a soddisfare il vostro istinto di segnare il territorio. Questo posto vale la pena. Ignorate i pochi turisti paranoici che siccome hanno sentito parlare di meduse credono che ogni pezzettino di legno galleggiante sia un mostro marino urticante.

Buonanotte fiorellino.
I traghetti della sera sono strapieni e al ridente e pittoresco porticciolo di Favignana assistite a scene di litigi per i biglietti. Se c'è una cosa giusta che avete fatto è stata non seguire il consiglio della Routard di prendere il biglietto di ritorno all'ultimo momento, sareste probabilmente rimasti bloccati sull'isola. Così dopo un giro per il paese molto carino e davvero pieno di vita e turisti, prendete l'aliscafo arrivato in ritardo, il quale si attarda pure a passare per l'isola di Levanto. Trapani alle dieci di sera è invasa dalle seggiole degli anziani, con sopra gli anziani, guardiani notturni stabili che hanno sorvegliato la vostra illesa macchina. Scena di relax perfetto dopo una giornata così: l'una di notte, casetta isolata sulla collina sopra Portopalo, tavolino all'aperto, due gustosi e saporiti tranci di pizza del panificio Costanza di Favignana, in sottofondo un maltrattatissimo karaoke soffiato dall'arietta fresca su dalla landa siciliana.

Continua alla parte quarta e ultima.

zage

24 agosto 2010

Microguida della Sicilia Occidentale. /2

DALLO ZAGE DEL FUTURO PER LO ZAGE DEL PASSATO - PARTE SECONDA

Segue dalla parte prima.

Gurra di Mare.
Oggi vi sentite già un po' più siciliani, e vi comportate di conseguenza. Guidate per una strettissima stradina sterrata tra rovi di more, sabbia e terra bruciata. Ignorate il cartello "strada privata", vi girate dall'altra parte al cartello "vietato l'accesso", salutate il conducente di un'auto che vi viene incontro con un impercettibile e ricambiato cenno col mento. Finalmente parcheggiate affianco a un campo di ulivi e vi affacciate sul dirupo che dà su una bellissima caletta protetta dagli scogli. La costa rocciosa tiene al di là Portopalo, la sua confusione e la sua acqua non così splendente. Laggiù è tutto relax, sole e acqua pulita.


Il Vitigno.
La sera seguite i consigli dei locals e mangiate al Vigneto, ristorante con bellissimo giardino disperso nella vallata. Questa sera i lampioni del lungo viale che porta al locale sono spenti e l'unico modo per raggiungerlo è studiare le luci da sopra la collina e intrecciare i dati con la posizione della stella polare e della cintura di Orione, è sufficiente poi sterzare esattamente dove mentalmente avete dedotto sia la posizione dell'entrata, non esitate. Qui o sono strani oppure vi credono stranieri in quanto dicono "meniù" e il meniù in questione ha i nomi dei piatti in italiano e gli ingredienti in inglese. Qui non sono antipatici e non vi scacciano, son solo molto silenziosi e strani. Le farfalle gamberi e arancia son molto buone ma c'è troppo limone, e lo dici tu che ami il limone. Gli involtini di pesce spada accompagnati da patate fritte e gli antipasti con panelle e crocchette si fanno mangiare. Quando ordini caffè con latte freddo capiscono caffè freddo con latte.

Selinunte
L'indomani all'ufficio informazioni di Marinella di Selinunte sono molto carini, vi credono fan della Mannoia e vi informano del suo concerto ma specificate che siete molto più interessati a Nek, che suonerà quella sera stessa. Ti trattieni molto dal dire che la Mannoia sarebbe più adatta come voce per un navigatore GPS. Dei templi di Selinunte ne rimane in piedi uno solo, il resto sono ruderi o, come preferisce dire la tua ragazza, quattro ruinassi. Durate poco sotto il sole battente e il mare giù dalla scogliera è molto più invitante. La sabbia grossa e rossastra vi ricorda che siete vicini all'Africa, l'acqua non è niente di che ma vi immergete di corsa. Si sta come d'estate nella granatina i limoni.


La serata di Marinella.
Da Baffo's (è la Routard a mandarci, ma veniamo invitati da Baffo stesso il pomeriggio) il cibo è buono e a basso prezzo. L'antipasto fantasia di Baffo's, le linguine alla polpa di granchio e le linguine con pescespada vanno giù bene, ma deve piacerti il piccante. Scoprite il terzo sport nazionale: i camerieri sono buffi, scherzano molto, l'accoglienza è ottima ma nel momento in cui finite di mangiare e non siete più fonte di guadagno venite cacciati senza troppi complimenti. Qui il lungomare è il meno peggio tra quelli visti, potete anche imbattervi in un ridente e pittoresco porticciolo, e camminare su un lungo pontile bagnato dalla luna piena. Il primo gelataio consigliato dalla Routard non esiste. Il secondo ha un gelato molto buono ma la granita al limone non fa impazzire. All'uscita del paese non c'è Disneyland, credimi che quello è solo il kitschissimo castello-ristorante di Baffo's (di Baffo senior). A Marinella comunque vanno moltissimo i Coldplay.

Continua alla parte terza.

zage

Microguida della Sicilia Occidentale.

DALLO ZAGE DEL FUTURO PER LO ZAGE DEL PASSATO - PARTE PRIMA

Il viaggio.
Dopo una corsa sotto la pioggia nel piccolo aeroporto di Treviso, sali su un aereo e la vicina di sedile è una strega scampata all'inquisizione. Mentre si allaccia la cintura dice "se deve succedere, succede", credo si riferisca all'amore. Atterri quando meno te l'aspetti al minuscolo aeroporto di Trapani, la gente applaude, sembra di essere su un pullman di liceali eccitati per una trombo-gita. L'hostess sicula non sa l'inglese e quando è ora di tradurre l'annuncio appena fatto manda tutto in vacca ridendosela da sola. Sembrano esserci delle buone lasagne ma sei su un Ryan Air e dovresti pagare. Tra gli oggetti ossimorici come il caffè decaffeinato e il salame light puoi aggiungere le sigarette senza fumo.

La guida.
Tu e la tua ragazza noleggiate una Nuova Fiesta, nuova di fatto, dai tizi della Hertz e imparate molto velocemente le varie mode: negli incroci vince chi si butta per primo; tra due macchine parcheggiate in linea si parcheggia a lisca di pesce; è consentito, e quasi doveroso, fermarsi con la testa fuori dal finestrino a parlare del più e del meno con il conducente di un'altra auto, poco importa se ci si trova al centro di un incrocio e con molto traffico. L'autostrada è priva di autogrill e stazioni di rifornimento ma in compenso non è a pagamento. Finalmente vedete la terra di Sicilia che come primo impatto non è del tutto accogliente: la terra è brulla e arsa, ai lati della strada semideserta gente invisibile brucia cose e fumi neri si innalzano dalle colline circostanti. Attraversate il paesaggio sopra lunghi viadotti infastiditi dal sole cocente. Fra qualche giorno vi abituerete e, un po', vi mancherà. Memo: imparare ad accendere i fari prima di entrare nei tunnel.


Portopalo di Menfi.
Grazie al navigatore, e non alla segnaletica, siete arrivati. Portopalo è un ridente e pittoresco porticciolo sistemato ai piedi di una collina che dà sul Mediterraneo. Il paese non ha un centro ma solo un piccolo lungomare sgarrupato. La casetta è carina e ben tenuta ma mancano un po' di cose e decidete di andare nella vicina Menfi a fare un po' di spesa. Ambientarsi nel paese è pressoché impossibile, le strade disposte a griglia si rassomigliano tutte, i caseggiati quadrati e tristi non sanno se essere diroccati o non ancora terminati. Nonostante sia quasi sera avete caldo e sete, vi fermate in un piccolo locale, impossibile da ritrovare, dove mangi quella che si rivelerà essere la miglior granella al limone di tutta la vacanza, e di sempre. Per pareggiare il vostro karma prendete due cose per la cena nella peggiore rosticceria di tutta Sicilia. Rimanete un po' delusi dalla gente che per qualche motivo aspettavate fosse molto accogliente. Ci son due tipi di persone in Sicilia: quelli che si fanno i cazzi loro e quelli molto simpatici che però, in fondo in fondo, se possono, si fanno i cazzi loro.

Giorno uno.
Per comune accordo la vacanza sarà di puro relax e senza alcun itinerario prestabilito. Sapendo di perdervi qualche meraviglia il primo giorno lo passate nei dintorni. La spiaggia di Portopalo è affollatissima ma capirete solo più tardi che fa tutto parte dei preparativi per ferragosto, l'acqua non affascina. Così mentre intorno a voi picchettano tende, delimitano col nastro zone di spiaggia e ammassano cumuli di legna da ardere venite a conoscenza del primo sport nazionale: racchettoni. Si invade ogni metro quadro di sabbia disponibile e vince chi ha meno mira. L'unica comodità che vi siete portati in valigia è una borsa frigo e delle mattonelle di ghiaccio, così i vostri pranzi saranno caratterizzati da paste fredde coi prodotti freschi del posto.

Sciacca.
Per la cena vi affidate a una Routard del 2007. Quante cose cambiano in tre anni... La cena a Sciacca, paese più grandicello a venti minuti di strade buie costeggiate dai rovi, caratterizzato da un ridente e pittoresco porticciolo, è deludente. Al Faro, tanto caro alla guida, non vedono l'ora che ve ne andiate per far entrare nuova clientela. Mentre finite l'antipasto misto ai 5 pesci vi viene già portato il bis di primi, risotto alla marinara e caserecci con zucchine e gamberi. Le pietanze non sono neppure molto buone così un po' delusi, quasi cacciati, cercate il rinomato lungomare del posto, ma causa casini e festeggiamenti di ferragosto preferite all'ultimo tornare a Portopalo a vedere quelli suggeriti dai locals. Secondo sport nazionale: gli anziani non partecipano ma invadono la collina di seggiole e stanno a commentare lo spettacolo che avviene giù in spiaggia. Succede ovunque, verso sera. Lo spettacolo può essere qualsiasi. Anche un parcheggio buio al centro di Trapani. Pigliano la seggiola e si piazzano a osservare i paraggi. Sembra impossibile ma qui in Sicilia assaggi la granita peggiore che si possa mai mangiare, senza ghiaccio e con un qualche gusto indefinito che avrebbe dovuto essere menta ma probabilmente era menta limone e invece è venuto fuori menta limone schifo.

Continua alla parte seconda.

zage

24 giugno 2010

Stazione di partenza.

Tra le tante cose che vorrei fare c'è riprendere in mano questo blog e scrivere regolarmente. Oggi ho un appartamento e quando vorrei scrivere qualcosa ci sono pantaloni da stropicciare col ferro da stiro o sacchetti gocciolanti dell'umido da catapulproiettare negli adiacenti bidoni della differenziata. Insomma, dopo la tecnologia touch sto aspettando che perfezionino il riconoscimento vocale. Sarebbe molto più comodo bloggare mentre ho le braccia ficcate nel cesso pieno di Viacal.

Nel frattempo come vedete io e cigno abbiamo pensato a un redesign del blog, per niente concluso (che in genere significa che come idea ci va bene, sistemeremo due colori, metteremo due foto e poi non lo faremo mai), in cui mettiamo in evidenza i nostri due stream twitter. Almeno si dà un senso di vita a questa stanza.

Cigno, come da recente post, sta diventando un iFotografo di fama internazionale (o perlomeno italogermanico) e lo fa mentre scartavetra biciclette senza freni, senza pedali e credo il prossimo step sarà senza sellino, per concludere con quella anche senza ruote, praticamente un tostapane.

Io invece mi sto specializzando in pizze, fotoritocco, fumetti, iphone app e si spera ancora un pizzico di musica. In realtà non sto facendo niente di tutto questo. Ma penso tanto. E qualche pensiero lo scriverò qui, prima che perfezionino il riconoscimento vocale.

zage
NON-RICONOSCIUTO. FORSE-INTENDEVI-DIRE-SEGGI?

21 febbraio 2010

#Sanremo

Molti si sono accorti che quest'anno mancava la Gialappa's Band a commentare Sanremo (pare faccia parte di tutto un progetto per far perdere ascoltatori a Radio Due, partendo dalla cancellazione di Condor, l'unico podcast che ascoltavo). Mi dicono che una buona alternativa fosse Macchiaradio. Non ho avuto modo di ascoltarli ma immagino che Neri-Sofri-e-il-tenore-Bordone facciano un buon trio.

La vera sorpresa per me è stata guardare Sanremo con Twitter, seguendo il trending topic #sanremo, dove centinaia di utenti hanno commentato ogni secondo del festival con un'acidità spettacolare, un flusso continuo di comicità alla Spinoza (che ha ormai preso piede ovunque), montando serata dopo serata, fino alle urla di dolore per la finale.

Non trovo notizia di questo fenomeno da nessuna parte, per questo mi è venuta voglia di scriverne. Credo che quest'evento abbia rafforzato l'intero twituniverso e sono sicuro che la gente non veda l'ora che torni un altro evento simile. Altro che TV interattiva.

Lo so che una parte di voi non guarda Sanremo, odia X Factor a prescindere, non gli piace Toxic perché la canta Britney Spears. Non tiratemi su pistolotti che non è ciò di cui parla questo post e tornate a crogiolarvi tra le vostre élite. Semmai potreste lamentarvi del fatto che torno a scrivere sul blog solo per sta roba. Ma poi comincerebbe tutto un discorso su quanto stiano diventando inutili i blog (un certo tipo di), con tutti i Facebook, Tumblr, Twitter, Friendfeed, Buzz che circolano. No dai cancellate Buzz dall'ultima frase.

zage

16 gennaio 2010

Non trovo una traduzione che renda l'idea di LOUD.


Sapete che non mi lascio mai scappare i rockumentari.

It might get loud (trailer, almeno vi rendete conto di quanto bene sia girato) mette insieme tre chitarristi e persone veramente distanti tra loro.

The Edge degli U2 (smettete di regalargli unità Delay a natale), è un bravo ragazzo, pulitino, perfettino, scommetto che tiene la plastichina di imballaggio sul battipenna della chitarra nuova per qualche mese prima di toglierla.

Jimmy Page dei Led Zeppelin, nonno del rock, non molto vicino a me, ma impugna (idealmente) la chitarra come piace a me.

Jack White dei White Stripes, ragazzino troppo punk, troppo incazzato e troppo blues per i miei gusti. Dovrebbe dire a sua sorella di abbassare i gomiti quando suona la batteria, ma li perdono per aver lasciato fare ai Simpson questa scena.

Chiacchierano, si insegnano qualche riff, ascoltano i loro dischi preferiti, ci mostrano un po' di rock sottoforma di aria solidificata. Sì, è una frase poetica che non vuol dire un cazzo, ma io, che una chitarra la suono, la vedo così. Il rock esiste, mi sento abbastanza idiota a scriverlo, ma lo sento da quando avevo 16 anni. Va da un plettro che gratta la corda, a una botta al corpo della chitarra, può essere un'asta del microfono sfregata sulle corde, o un adesivo attaccato al corpo della chitarra, non è per forza "rumore", molto più spesso è il semplice gesto che accompagna il manico dopo aver dato una pennata. Rock è muovere aria che ti spettina. Ahah. Che idiota.

Zage

p.s. a quando Corgan vs Morello vs Slash?

30 dicembre 2009

Rossa d'invidia.

Magari non sapete che nel cinema digitale da pochi anni sta riscuotendo grande successo una telecamera che si chiama RED, nata da una piccola casa di produzione che si faceva inviare i soldi in anticipo da chi credeva nel progetto.

La RED ha una risoluzione immensa rispetto all'HD e un costo assolutamente abbordabile per produzioni non hollywoodiane. Iniziano ad utilizzarla tutti i registi indipendenti che non si possono permettere i costi della pellicola e comincia così la rivoluzione che si trascina dentro anche tutta Hollywood.

Una bella storia, se non fosse che improvvisamente esce un nuovo apparecchio che fa le scarpe alla RED, grazie ad una risoluzione più grande e un prezzo ancora più basso (2000 euro o giù di lì). Il bello è che... è una macchina fotografica!



Quello che vedete qui sopra è il trailer di un documentario girato con una Canon 5D Mark II. Ha una risoluzione e un dettaglio pazzeschi, e sarebbe stato impossibile da girare con qualsiasi altra macchina. Infatti la leggerezza e la portabilità della 5D permettono al suo autore, questo solitario Danfung Dennis, di inserirsi tra i marines di stanza in Afghanistan e girare quello che sembra un film, talmente è bello.

Nel proprio sito l'autore spiega come ha costruito tutto l'accrocchio che gli permette di essere abbastanza agile da girare scene di guerra mentre gli sparano addosso.

Insomma adesso tutti a comprare la Eos 5D Mark II.

zage

24 dicembre 2009

Natale, how to.

L'ALBERO.
E' fondamentale. Piccolo, grande, vero, finto, me ne frega poco. Dev'esserci. Perché non è detto che ci sia la neve, e allora cos'altro fa Natale? Ovvio che è meglio quello riciclabile dell'Ikea (anche se all'uscita ti ritrovi in mano qualche inutile contaspaghetti o peluche a forma di topo) piuttosto che uno di quelli con gli aghetti di plastichina molle.

Lo so che mi creerò dei nemici ma se c'è una cosa che non mi piace sono quegli alberi con gli addobbi tutti seri seri, palle tutte dello stesso colore, circonferenza, lucentezza che nemmeno i panini del Mac Donald's sono così uguali tra loro.

La mia famiglia mi ha insegnato che un bell'albero di Natale si porta avanti addobbi da generazioni, ci sono palline scrostate, una più diversa dell'altra, strani pupazzetti regalati dallo zio negli anni '70, campanelle aggiunte l'anno scorso, qualche affare che non si sa da dove arrivi, un gran caos illuminato da file di lampadine e striscioline argentate che ti fa ricordare tutti i Natali passati. Ogni volta che appendi le finte stalattiti di plastica rivedi davanti a te la tua mano di quando avevi 5 anni, 12 anni, 19 anni.

Regola generale: palle grandi sotto, palle piccole sopra. Se puoi tieni l'albero vicino alle finestre del terrazzo: è bello da vedere da fuori.

I REGALI - farli.
Mettiamoci subito d'accordo: il regalo non dev'essere qualcosa di necessario per il ricevente. Quel tipo di regali si fa ai matrimoni o alle lauree. A Natale si prende qualcosa di cui si può fare anche a meno. Va benissimo che sia utile ma non, ripeto, non dev'essere necessario.

Fondamentalmente dovresti cercare qualcosa che abbia senso con gli interessi, gli hobby o lo stile di vita di chi lo riceve. E' bello sapere che hai pensato per due secondi all'altro, anche il regalo più piccolo e poco costoso acquisisce molto più valore così.

Come periodo per cominciare a pensare ai regali e l'acquisto io consiglio metà novembre. Tanto è classico che rimandi di giorno in giorno fino a trovarti alla vigilia a fare colonne chilometriche.

Avrei consigliato l'acquisto online fino all'altro giorno. Un regalo non mi è arrivato, allora ne ho ordinato un altro che non è arrivato, un terzo regalo non si capisce se è partito e di un altro regalo devono ancora mandarmi un pezzo.

Il pacco è essenziale. No a sacchetti trasparenti e carta troppo fine. Il regalo è una sorpresa. Chi riceve non deve sapere nulla fino all'ultimo. All'amico troppo curioso per resistere glielo dai all'ultimo.

Un bigliettino con due parole non è fondamentale, ma è bello. Se sei tu a riceverlo, goditelo ma buttalo via subito dopo però, è una palla avere cassetti pieni di quella roba.

Se sei nel dubbio: sì, puoi farti un regalo, ma vale la regola di prima per cui non deve essere un oggetto necessario. Quello lo comprerai comunque.

I REGALI - riceverli.
Se hai seguito il primo passo hai un albero sotto il quale tenere i tuoi pacchi fino a Natale. Anche se sei curioso, smettila di considerarne le dimensioni e il peso, e soprattutto non scuoterlo. Va bene dai, scuotilo una volta. Ogni pacco vuole essere stato scosso una volta nella vita.

Ora litighiamo di brutto: i regali si aprono la mattina di Natale. Non alla viglia, non prima, non a mezzanotte. La mattina di Natale significa che sei andato a letto dopo la cioccolata calda della mezzanotte e ti sei svegliato con la neve e un tè caldo. Come cazzo fa Babbo Natale a portarteli se non sei andato a dormire?? Ok, posso ammettere un'eccezione per i piccoli regali dei colleghi o degli amici che sai che non vedrai spesso. Per il resto: mattina di Natale.

Per finire, la carta del pacco va strappata, stracciata, sbrindellata. Non me ne frega niente del riciclo, è un pacco regalo, devo sentirmi un bambino, e poi, esattamente come per lo scuotimento, ogni pacco vuole finire la sua vita sbranato e appallottolato in terra.

Buon Natale a tutti.


Zage

12 dicembre 2009

Capello nella zuppa.

Sono dal parrucchiere. Fatto il solito taglio SCARRUFFATO grazie al sea salt spray inventato dai surfisti. Aspetto le due ore e mezza che mancano a lei. Ho il tempo di leggere i Wired italiani che a casa arrivano e rimangono sul comodino a guardarmi addormentare di botto tutte le sere.

Sul numero di settembre c'è un articolo che descrive come viene preparato il panino "Il Mac", che tra l'altro mi piace, a parte il nome. Non che mi sia particolarmente stupito ma il punto in cui dice che c'è un laser che controlla la forma del bun, la pagnotta, e che individua ed elimina quelli con i "contorni non standard" mi ha fatto venire voglia di scrivere questo post.

Non sono esattamente uno che ha talento in cucina ma se mai dovessi aprire un mio locale baserò l'intero menù su preparazioni del tutto grezze e sommarie. Ogni PIETANZA non avrà mai la stessa sembianza. Ecco fatto, ho già il motto del locale. Imposterò un laser che elimina i piatti identici. E i clienti rompiballe già che ci siamo. E puntiamolo anche su due tre bimbiminkia soliti ad andare al cinema.

Sulla pizza ad esempio la mozzarella la metto sistematicamente STRACCIANDOLA seguendo le sue nervature naturali (me l'ha insegnato jamie). Non rompetemi le balle: sì, fa grumi, non crea una superficie perfetta di formaggio sopra la pizza, ma ha un'aspetto deliziosamente CASERECCIO e fila meglio. Rompiballe.

Anche le verdure le taglio tutte a pezzi diseguali. Ma quello è perché non sono capace.

zage

8 dicembre 2009

Dove sono finito.

Ho avuto molto da fare in questo periodo.
In particolar modo ho dovuto affrontare:

- Muffin cucinati secondo segrete ricette. Raffino la ricetta e poi la posto.

- La mia prima macchina digitale, una Nikon. Scopro che esiste una battaglia tra Nikonisti e Canoninsti, esattamente come tra Coca-cola e Pepsi, Windows e Mac, McDonald's e Burger King, Amici e X Factor, maionese e senape sugli hot-dog. Alcuni risultati del mio nuovo gingillo li potete vedere qui. E vince la senape.

- manuale di fotoritocco glamour, alcuni risultati li potete vedere al link precedente.

- Qualche film visto al cinema, niente di memorabile. Scopro che esiste tutta una nuova generazione di bimbiminkia che sono stati istruiti per: ridere sempre, soprattutto quando non c'è niente da ridere; parlare dei cazzi loro nei momenti di silenzio; parlare dei cazzi loro nei momenti tra i silenzi; limonare per l'intero film nei sedili più in luce. Dovrebbero permettermi di avere un quadro di pulsanti connessi ad ogni sedile, al primo click scarica elettrica, al secondo botola dei coccodrilli. Non fraintendetemi, io amo la coralità del cinema.

- Puntata di X Factor vista dal vivo a un metro dal palco, che avrebbe meritato un post a sé. Sono un po' bimbominkia anch'io.

- Breve degenza ospedaliera dove un'infermiera mentre attacca la flebo mi dice "Ne sai di chimica? Tanti si spaventano, non capiscono che la flebo funziona per via dei vasi comunicanti." Mentre guardo da un'altra parte stringendo i denti mormoro che ne so di più di fisica, io.

- Qualche libro nel poco tempo a disposizione: Diego Cugia "Il mercante di fiori", Jeff Lindsay "Darkly Dreaming Dexter".

- Nuove serie TV: Flash Forward, Visitors, The Big Bang Theory, Battlestar Galactica. Mi sono innamorato di quest'ultimo.

- Torrette di pancakes, alternati da strati di nutella, sciroppo d'acero caldo a cascata. Raffino la ricetta e poi la posto.

- Depressione dall'"avere idee geniali per regali di Natale". Non fraintendetemi, io amo il Natale.

Zage

18 settembre 2009

Tre film.

Rockenrolla
L'ultimo film di Guy Ritchie, di cui sono fan. Bello, tutto nello stile suo, gangsta londinesi con intrecci incasinatissimi e divertenti. Bello, ma non eccezionale come gli altri suoi due film.

Ricatto d'amore - per iniziare la stagione invernale al cinema
C'è Sandra Bullock che è gnocca, fa ridere e c'ha delle belle scarpe. E' una commediuola hollywoodiana, che ti dà tutto quello che puoi aspettarti: una serata semplice e allegra. E poi c'è Sandra Bullock che è gnocca.

Young People Fucking
All'inizio ci sono delle brevi scene che ci presentano i vari tipi di coppia subito prima della fornicazione: gli amici imbarazzati, la coppia annoiata, gli ex impacciati, i compagni di stanza bastardi... e poi succhede che RONF RONF RONF. Mi sono addormentato, non sapremo mai se fosse una palla o ero stanco.

zage

Flash mob dance!

L'8 Settembre è successa questa cosa fighissima a Chicago, vietato non emozionarsi.



zage

15 giugno 2009

Prontuario per il piccolo derubato.

La tua borsa sparisce. E con essa tutto il suo contenuto. Cosa fare?

Blocca la SIM.
Al centro assistenza ti risponde Mimmo. Ti fa un paio di domande per accertarsi che sia proprio tu il proprietario della SIM. Qualsiasi tuo amico avrebbe potuto rispondere a quelle domande. Vengono in mente divertentissimi scherzi da fare. Poi Mimmo dice:
"Vai in un centr' e gli dic' che l'ho fatto gratùit'."
"No, scusi non ho capito."
"Gratùit'."
"Sì ma gratuito cosa?"
"Gratùit'."
"Cioè io vado in un centro ***** e mi daranno indietro una SIM col mio stesso numero, stessi soldi, stesse promozioni, senza che debba pagare?"
"Gratùit'!"


Blocca il bancomat.
C'è un qualche numero verde per questo, ma preferisci chiamare direttamente la tua filiale della banca cercando il numero di telefono su internet. Loro fan tutto. Se poi vai la con la denuncia ti danno immediatamente un bancomat nuovo (ma solo dopo qualche casino tecnico che ti fa perdere mezz'ora).

La denuncia

Valuti se andare dai carabinieri o dalla polizia. Ma per esperienza i primi non sono affatto persone che hanno intenzione di aiutarti. Così scegli i secondi, disperandoti poi per l'inesistenza di una terza possibilità.

In questura c'è un solo agente con la panza che esce dalla divisa, che con molta calma e l'uso dei soli indici redige le denunce. Passi un'oretta e mezzo nel corridoio a respirare con calma. Scopri che la denuncia si poteva fare via web per poter saltare tutta la coda ma ma ora tocca a te. Fai tutta la lista di quello che manca: soldi, chiavi, documenti, cellulare, ipod, bancomat.
"Ma ora c'è qualcuno che ha le mie chiavi e può leggere il mio indirizzo dalla carta d'identità, che si può fare?"
"Prende un mastino e lo piazza davanti alla porta."
Infine rileggi la denuncia e c'è scritto: "Ignote persone hanno asportato un zaino." Eri certo di aver detto cinque volte una borsa e mai UN zaino.

La cosa più divertente è che ora non puoi guidare perché non hai più la patente. Il rilascio del permesso di guida te lo fanno in questura ma solo se hai la carta d'identità. E così il prossimo passo è quello di andare in comune. Ma non puoi farlo in auto, perché non hai più la patente. Ecco perché negli ultimi mesi ti sei allenato in bicicletta.

Fototessere.
Eviti come la peste le cabine automatiche perché vuoi un bel lavoro. Così vai da un fotografo professionista. Te ne servono due per la patente e tre per la carta d'identità. Però ne puoi fare o 4 o 8. Una volta aveva senso perché in una polaroid ce ne stavano 4. Oggi è tutto digitale però continuano a fartene o 4 o 8.
"Ne vuoi 8?"
"Sì 8."
"Hai detto 8?"
"Sì grazie 8."
"Allora 8."
E ti dà 8 fototessere di un tizio che sembra un delinquente assonnato con le spalle storte e gli occhiali inclinati sul naso, un occhio mezzo chiuso. Non sei tu, ma hai già pagato e te ne stai andando.

Carta d'identità.
Al comune ci arrivi un po' sudatello perché è estate. L'ufficio anagrafe è al terzo piano e l'ascensore è occupato. Lassù fai mezz'ora di coda. Poi esce una vecchietta che decide di decimare la coda. Indirizza tutti nei giusti uffici perché era ovvio che stavamo tutti facendo la coda sbagliata. Così ti manda all'ufficio del tuo quartiere, dove eri poco prima della sudata perché ora la carta d'identità si fa lì.

Là c'è una signorotta benevola che ti fa la carta al volo, senza chiedere i due testimoni che servirebbero per dimostrare la tua identità.
"Non guardi le foto, sembro un delinquente assonnato."
"Ma no che te si un bel tosetto. Ma no pensar mae ciò. Che go na fioea più piccoea de ti. Podaria essare to mare."
E ti prende solo 2 fototessere, così che ne avresti avuto bisogno solo di 4.

Patente.

Così ritorni in centro città a rifare un'altra oretta e mezzo di coda in questura dove mr.panza ti dà il permesso per guidare. Ora la patente dovrebbe arrivarti a casa. Ad ascoltar lui ti manderebbe in mille uffici sbagliati. La tessera sanitaria europea che fa anche da codice fiscale ad esempio puoi richiederla via web.

Cellulare
Vai al negozio della tua compagnia telefonica più vicino e trovi le vetrine vuote e gli imbianchini. Un gran cartello però ti dice dove trovare la sede provvisoria. Un tizio gentile ti ridà subito una nuova SIM col tuo stesso vecchio numero. Lì puoi anche comprare un cellulare nuovo.

Quindi mandi una mail a tutti gli amici chiedendogli di mandarti un sms specificando nome e cognome così da riempire nuovamente la rubrica. Ricevi cose strane come "Noemi Letizia" o "Giacoma Leccanerchie".

Infine cambi le serrature, compri un portafoglio nuovo e ultima ma non ultima la chiavetta per le macchinette del caffé in ufficio.

zage

P.S. In ogni caso ladruncolo dei miei stivali se stai leggendo qui sappi che non ti odio. Io amo tutti gli esseri umani. Sarà il tuo karma a prendersi cura di te.

22 maggio 2009

Bianconigli.

Ogni tanto vi mostro i gruppi che vanno da Letterman, magari ci fosse un programma così in italia.

Loro sono i White Rabbits con del classico rockenrolla che m'ha fatto venir voglia di cantare in inglese:



Praticamente pago Sky solo per vedere quello e adesso pare che la Rai non rinnoverà il contratto :(

zage

p.s. il pezzo originale suona uguale