28 luglio 2011

Non sono numeri primi ma rendono il Tour De France unico

33 punti di sutura.

Sono quelli serviti a medicare i tagli di J. Hoogerland, corridore "a tutto cuore", speronato da un'auto della tv francese e finito a 50 km/h su una staccionata di filo spinato. Per un corridore come Jhonny una tappa al Tour vale un'intera carriera. Per jhonny anche solo finire il Tour è già un traguardo. Non stupitevi nel vederlo pedalare coperto di sangue e bende in sella alla sua bicicletta. Quello è Hoogerland e quello è il suo modo di correre.
L'unico che conosce.

10 giorni.

Sono i giorni della maglia Gialla di Thomas Voeckler. Lo davano per spacciato alla prima salita ed invece Thomas ha combattuto per 10 giorni e 1592 km. Il trittico Alpino gli è stato fatale ma il piccolo francese ha onorato la maglia gialla fino all'ultimo metro. Il suo braccio alzato, il suo sorriso ed il volto stravolto dalla fatica all'arrivo sul Galibier sono la misura di quanto tenesse a quella maglia. Anche se non lo dice sono sicuro che un pensiero ai Campi Elisi lo ha fatto anche lui.

60 km di Fuga.

E' partito senza guardarsi indietro. Per una volta (forse) non si è preoccupato del fratello e ha fatto la sua corsa. Un attacco da lontano di un big non si vedeva da troppo tempo. Potente, rapido, deciso. Un attacco da campione vero.
Per una volta Andy ha corso da vincente, ha lasciato a casa l'espressione da cane bastonato e ha vestito i panni del campione.
Che spettacolo vederlo guadagnare secondi su secondi su un gruppo inerme. Che spettacolo vedere la smorfia della fatica trasformarsi in sorriso in vetta al Galibier.

01' 34".

Il vantaggio del vincitore, Cadel Evans, su Andy Schleck.
L'eterno piazzato, l'eterno incompiuto che ha coronato la sua carriera con una vittoria su cui pochi avrebbero scommesso.
Evans lo riconosci subito, curvo sulla bicicletta, testa piegata di lato, mono-espressione da attore di Soap Opera e un cuore grande come l'Australia intera. Quando le pendenze si fanno dure la sua pedalata si fa scomposta, brutta, rigida, pesante. Sembra quasi abbia due borse della spesa ai lati del manubrio. Niente a che vedere con l'incalzante Milonga di Contador. Eppure Cadel è lì. Fa tutte le volate, ricuce gli attacchi, tira il gruppo per andare a prendere Andy, corre la crono della vita a Grenoble. E' immenso.
La vittoria di Cadel è tutta nei secondi guadagnati in quei 42 chilometri. Cadel aveva fame di vittoria. Mentre gli altri erano pronti a difendersi lui correva per vincere. Mentre gli altri si giravano per controllare i diretti avversari Cadel guardava verso i campi Elisi per rompere una maledizione durata troppo a lungo.


Cigno