20 marzo 2008

Il N.A.N.O. di fine Inverno.

non amiamo più l'amore e scopiamo per capire di non esser soli

Canticchio Benvegnù mentre parcheggiamo nello spiazzo del Banale. Ci son poche auto e già penso che non sia giusto. Dentro è bello scoprire facce amiche (max e massimiliano).

Sono in disparte a riempire il mio cellulare di promemoria quando una ragazza mi chiede chi suona stasera.
- Nano. Enna A Enn...
- Non conosco.
- Ci O Di?
- Non conosco.
- Bella voce, belle melod...
- Sai che roba se poi scopro che sei tu.
Sto per dire che la mia voce non è così bella ma si allontana.

Io e Cigno vorremmo stare in piedi ma le nostre gambe ci ricordano la giornata lavorativa passata. Emanuele Lapiana sale sul palco, la chitarra più grande di lui, una tracolla leopardata. Quasi quasi gli presto la tracolla che mi ha regalato qualche minuto prima Cigno, gialla con scritto "Police Line".

Sono tutti brani tratti da Mondo|Madre, che ascolto spesso in ufficio. E' bello sentire le versioni live, vicinissime al disco ma con molta più consapevolezza della potenza e sensibilità della voce di Emanuele.

Quando entra la batteria acustica io e Cigno ci scambiamo un breve cenno, a dire "abbiamo bisogno di un batterista". Noto che non ci sono amplificatori sul palco. Tutti gli strumenti entrano in diretta. Il basso a tratti perde un po' da questa scelta, la chitarra invece assume un suono scatoloso che si insinua bene tra le basi e i pad.

Ogni pezzo ha una sua individualità e so apprezzarli tutti, le emozioni migliori me le danno "I Da Li", "Canzone di Cemento Armato", "Alienonostro" e "Pooco".

Bello l'effetto corale che viene fuori da "Il Nano Svizzero", corale nel senso che Emanuele chiede esplicitamente al pubblico di insultarlo con tutte le forze durante il pezzo. Questa cosa avvicina la gente sparsa nella grande sala del banale. Ed ecco che di nuovo penso che non sia giusto. Penso che ci siano certe persone che meritino di essere "note", perché è importante che ciò che hanno da esprimere arrivi a più gente.

Il concerto finisce senza che mi renda conto che non sento più la stanchezza della giornata. Salutiamo Emanuele, un po' tristi per non avere scattato foto.

Guidiamo verso casa canticchiando.

sono in ritardo, anche con te, non è carino, ma è più forte di me

zage

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