1 maggio 2011

Weekend lungo à Paris, la gioia di un titolo in tre lingue - prima parte

C'è un giorno in ufficio in cui il lavoro è pressante e sei costretto a fare solo mezz'ora di pausa pranzo. C'è da girare un piccolo spot, ti giostri tra fare l'aiuto regia, la segreteria di edizione e la preparazione dei prop. La sera sei sfiancato. Che fai? Vai a letto? No, vai a Parigi. Con la tua ragazza.

L'aeroporto di Venezia è il solito limbo, visiti il giornalaio con tutta la calma ripassando due volte sugli stessi scaffali. Come l'altro viaggio fai scoperte interessanti. Prima di tutto i bite relief a basso voltaggio, chi l'avrebbe mai detto che una scarica elettrica può lenire le punture di zanzare? Poi scovi il nuovo libro di Eco che a quanto pare parla di quelle cose in cui è sempre bello immergersi: segreti, cospirazioni, misticismo a... Parigi. Ma i tendini delle tue braccia preferiscono i più leggeri paperback, gusterai l'attesa finché non escono.

Montate sul solito aeretto Airfrance e i suoi amabili spocchiosetti steward. Fuori è gia buio, piove, ma l'aereo fila più liscio di una macchina. Nello stomaco entrano un paio di panini congelati offerti dalla compagnia, dove sono i magnifici pasti dell'altra volta?

CDG è sempre lui, immenso ma estremamente efficiente, un minuto d'attesa per le valigie e state già trotterellando per i lunghi corridoi tapisroulati, semideserti. Sono le 22.30, nessun bisogno del taxi. Ci sono i vostri cari trenini suburbani della RER che al costo di 8 euro al biglietto vi portano verso la cité.

Il Best Western in cui siete alloggiati, ai margini del Marais, ha pensato bene di tenervi nascosto che la stazione della metrò lì davanti, Strasbourg Saint-Denis, è chiusa per lavori. Lo scoprite solo mentre siete sotto terra, decifrando i cartelli in lingua straniera. Per fortuna Réaumur Sébastopol è a 50 metri da lì. E' la figata di Parigi: una stazione ad ogni incrocio.


Sbucate nel lunghissimo boulevard che divide il secondo dal terzo arrondissement, è notte, pochissima gente in giro, nessun turista, traffico blando e tante luci. Entrate nella hall accolti dal peggior receptionist che si possa immaginare, lo stronzo non vi bada e fa finta di stare al telefono. Dov'è finita la cara Taha che rispondeva alle mail? Voi avete il sorriso e qualche parola in francese, ma non abbastanza per mandarlo a cagare. Questo vi basta per trovare la strada per la vostra chambre double, definita da tutti su booking.com “piccola ma confortevole”, come se potessero esistere stanze grandi a Parigi.

Free wireless per mandare due tweet, bagno molto spazioso, un'inutile tv satellitare che trasmette Rai Uno, cassetta di sicurezza, letto sfondato, tendine che lasceranno entrare troppa luce, riscaldamento perfetto, bollitore che sarà essenziale per i vostri tè della mattina e le tisane della sera. E' ora di stendere le gambe, dare un'ultima occhiata alla Parigi che vi aspetta li fuori, e darsi la buonanotte.

Segue alla seconda parte.

Zage

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